05.05.2019 – 3^ di Pasqua: È IL SIGNORE! – Gv 21,1-19
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,Iniziamo dagli Atti degli Apostoli:
“Fecero flagellare (gli apostoli). Essi se ne andarono via dal Sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù” (At 5,40.41).
È un cambiamento totale della loro vita: passano dalla paura di essere trattati come Lui, crocifisso, alla gioia di poter subire la stessa sorte. È vera conversione, motivata, di certo, da un fatto reale: averlo rivisto Risorto! Basta avvicinarsi al Vangelo di oggi per comprenderlo meglio.
Gli apostoli – per dir la verità sono 7 su 11 – tornano a pescare forse per dimenticare il fatto della crocifissione del Maestro. Ma non prendono nulla. Sono distrutti!
“Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù” (Gv 21,4).
I loro occhi non possono riconoscerlo oppressi come sono dalla tristezza che li invade.
Ma quando si rendono che le parole di quell’uomo si realizzano, allora si accende una luce:
“E’ il Signore!” (Gv 21,7).
È un grido di speranza nella notte buia della vita.
Pietro scatta e tutti si ritrovano a cena con Gesù, lungo quel lago che era stato culla della loro chiamata. Si risentono investiti dall’onda grande di Gesù Risorto.
Il dialogo poi tra Gesù e Pietro è una perla di relazione. Quel “mi ami” “mi vuoi bene” si rincorrono fino alla decisione definitiva di Gesù che lo chiama e quella di Pietro che lo vuol seguire; e lo farà fino a dare la vita.
Se infatti viene chiesto solo l’Amore allora vuol dire che anche gli oltraggi che si ricevono a motivo di Gesù, si trasformano in altrettanto Amore per Lui. Un amore consolidato che sarà più forte della morte dal momento che quel Gesù che hanno visto crocifisso, è veramente risorto.
Conclusione:
1. Nel momento della delusione, ci potremo rendere conto di aver creduto troppo alle nostre sole forze e tuttavia non dobbiamo dimenticarci che Gesù è comunque presente, anche se non ci si rende subito conto.
2. Non credere ad altro che all’amore. Gesù non chiede se si è capaci a fare qualcosa ma semplicemente la relazione con Lui e per Lui la relazione con gli altri divenuti fratelli. In realtà tutto cambia quando si sta con Gesù che parla, dà indicazioni giuste e lo si segue.
È allora che può accadere di ricevere molto di più del normale ma per condividerlo, per poter mangiare insieme in una cena senza confini.
È il nuovo stare insieme con Gesù Risorto, nuova comunità di fratelli e sorelle.
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