02.02.2014 – 4^ Domenica del Tempo Ordinario: Vivere per vedere Gesù!
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,Si dice: “Portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore”. Al di là del significato particolare che tale gesto aveva per gli israeliti, per noi valga il significato generale che un bambino che nasce è già del Signore. Ogni genitore dovrebbe averlo chiaro. Nessuno al mondo può avere un potere sulla vita fin dal suo inizio. E una volta che il bambino è nato, bisogna avere l’accortezza di farlo vivere, essere se stesso, unico e irrepetibile davanti a Dio, figlio suo.
Si dice poi: “C’era a Gerusalemme un uomo di nome Simeone, giusto e pio…”
Un anziano che insegna molto.
Si incontra con il Figlio di Dio nato su questa terra da appena 40 giorni. Giuseppe e Maria, i genitori, lo presentano al tempio, secondo le prescrizioni della legge mosaica.
Tra quanti erano presenti all’azione di offerta solo lui lo riconosce, davanti a Dio, come “luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo Israele”. Aspettava la “consolazione” di Israele.
Non è solo, né sfiduciato. Nel suo animo brilla la luce della speranza. Non vi-ve del passato, ma è proiettato verso l’av-venire: Gesù e la sua venuta nel mondo.
La sua vita è intessuta di preghiera e lo Spirito Santo, che guida la storia della salvezza e non solo quella, è sopra di lui. Nella sua vecchiaia ha un motivo per vivere e per attendere.
Ha il desiderio, che lo porta fuori di sé, alla ricerca di qualcosa che lo supera e che non può mai raggiungere da solo; e per questo si lascia guidare, segue umilmente la strada da altri tracciata che si illumina man mano che la percorre.
E Simeone non solo riconosce Gesù ma ha pure la luce per dire la verità a sua madre – cosa ben difficile a soli quaranta giorni dalla nascita del figlio – : Ella dovrà soffrire per imparare a stargli vicino e aiutarlo nella sua grande opera.
Alla fine poi, ci fa capire il senso vero della vita con le parole: “Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola; perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele”.
Traduciamo: “La mia vita, o Signore, ha avuto un senso e un significato. Sono vissuto per conoscere Gesù e per vedere la tua salvezza,. Ho visto la luce che illumina le tenebre in cui sono immerse le genti. Ora posso andarmene i pace perché non ho più nulla da aspettarmi dalla vita”.
È veramente forte questa affermazione che mette in crisi le nostre ricerche sempre monche e insoddisfacenti. Egli ci garantisce che una volta trovato Gesù, finisce l’illusione di una ricerca umana dalla prospettiva definitiva.
In Gesù si trova il tutto! Che non aspettiamo a diventare vecchi per scoprirne la verità e la bellezza.
Ecco un suggerimento specifico: ap-prezzare la vita del bambino e dell’ anziano. Li accumuna la povertà. Il bambino non ha nulla di cui poter disporre. L’anziano vede scemare gli interessi e le prospettive umane. Cresca il dialogo con i bambini e negli anziani bloccare il senso dell’inutilità e della solitudine.