21.07.2019 – 16^ Tempo Ordinario: L’OSPITE DIVINO – Lc 10, 38-42
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,“Mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. (Lc 10,38)
Quale ospitalità per Gesù? Egli va ospitato prima nel cuore e poi in casa. È infatti il cuore dell’uomo che Egli cerca e poi si fa vicino concretamente.
Cosa significa ospitare Gesù nel cuore?
Vuol dire che egli è veramente l’oggetto dell’amore. Diventa il primo Amore, l’unico amore! Un amore che ama Gesù perché è Lui, Persona e non tanto per quello che compie in favore. Non sono i miracoli che lo procurano ma il dono di se stessi fino alla sua misura.
Perché questa è la parte migliore?
Si tratta infatti di una relazione con Lui Persona viva, altro da sé stessi, fratello unico, Dio che si fa uomo.
Una relazione a tu per tu. Dove naturalmente il Tu più grande cerca il tu più piccolo che è consapevole di parlare con Uno più grande, immensamente più grande. Una relazione che diventa, giorno dopo giorno, ricca di conoscenza reciproca.
È una scoperta continua che permette poi di riconoscerlo anche dentro di noi, nell’altro, tra noi, nella Parola, nei Pastori della Chiesa, nell’Eucaristia. È una relazione attiva, è un vivere l’uno per l’altro.
È da questa relazione che esce il bene, il far del bene, seminare il bene. E il bene maggiore è sicuramente l’Amore.
Quale segno che è stato introdotto nel cuore?
Lo si nota al mattino quando, al risveglio, il pensiero va diretto a Lui o nel momento più impensato venisse chiesto: ma chi c’ è al centro del tuo cuore? E senza pensarci due volte, possiamo rispondere, c’è Dio!
Cosa significa ospitare in casa?
Vuol dire non escluderlo dalle proprie faccende, farlo entrare come anima della vita. È Lui che, insieme con noi, deve guidarla. Far in modo che, per l’amore che si vive, egli rimanga presente.
Quale segno, anche qui, che è introdotto in casa?
Quando, nell’ambiente dove si abita o si lavora, si respira aria diversa, quella che tutti desiderano respirare. È quando si sente dire: qui mi trovo bene, vedo persone che si amano!
Se dunque Gesù sta in noi e in casa allora possiamo imparare a vivere come Lui.
E si capirà il vero servizio.
Del resto quello che Marta sta rendendo, è un servizio ancora troppo umano che se è mosso dal desiderio di far piacere a Gesù, tuttavia non arriva a cogliere ciò che veramente a Lui piace e sta a cuore. Si tratta di un servizio che si ferma al tavolo imbandito e non costruisce una relazione con Lui che si siede, sì, a tavola ma non si ferma seduto come se fosse sufficiente il solo pranzare o cenare insieme.
In realtà il più grande servizio sta nell’essere sempre pronti ad amare, a dare la vita per chiunque e dovunque.
Lascia una risposta