26.07.2019 – SS Gioacchino e Anna a Pucciarella: IL SEME – Lc 10, 38-42
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,“Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. (Mt 13,18)
L’esperienza del Regno di Dio è racchiusa in un seme distribuito a piene mani, dovunque.
Il sorte del seme è scendere dentro le trame del terreno, sempre più in profondità, e là attendere la trasformazione in altro da sé o la moltiplicazione di sé.
Si può intendere scendere al buio, non per restarvi ma perché si realizzi l’azione di Dio in lui.
E allora i quattro esempi sono eloquenti.
“Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno” (Mt 13, 19)
1. Non la comprende chi è impreparato o disabituato o carico di tanta problematica o anche ricco del suo modo di pensare e cerca di far combaciare con esso la parola, finché gli riesce.
La situazione peggiore sarebbe quella dell’indifferenza e della sottovalutazione, che fa scivolare a lato il seme della parola.
2. C’è poi chi accoglie ma non ha radici, vive cioè in maniera superficiale riducendo la vita a esteriorità che può accontentare ma non convertire il cuore.
È il seme che entra pure ma trova ostacoli vari e si perde nella confusione delle cose.
3. C’è chi ascolta la parola ma viene soffocata perché tante cose, anche buone, diventano come un miscuglio dove non si sa più cos’è veramente importante e si finisce poi col deciderlo a titolo personale.
È il seme della parola che non viene riconosciuto nella sua forza e così i fatti e gli eventi hanno un peso così forte da renderlo inefficace.
4. C’è chi accoglie e comprende; è chi che crede nonostante tutto. È libero di fronte al pensiero dominante. Egli ha il pensiero di Gesù.
È il seme della parola che arriva in profondità e germoglia in vita come da un nulla d’Amore.
È Gesù che muore e risorge; è ognuno che vive e sparge Amore con i suoi frutti abbondanti.
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