Cari fratelli e sorelle,
la Misericordia di Dio viene riconosciuta attraverso le nostre opere, come ci ha testimoniato la vita della beata Madre Teresa di Calcutta, di cui ieri abbiamo ricordato l’anniversario della morte.
Di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame, e sono in cammino verso una speranza di vita, il Vangelo ci chiama, ci chiede di essere “prossimi”, dei più piccoli e abbandonati. A dare loro una speranza concreta. Non soltanto dire: “Coraggio, pazienza!…”. La speranza cristiana è combattiva, con la tenacia di chi va verso una meta sicura.
Pertanto, in prossimità del Giubileo della Misericordia, rivolgo un appello alle parrocchie, alle comunità religiose, ai monasteri e ai santuari di tutta Europa ad esprimere la concretezza del Vangelo e accogliere una famiglia di profughi. Un gesto concreto in preparazione all’Anno Santo della Misericordia.
Ogni parrocchia, ogni comunità religiosa, ogni monastero, ogni santuario d’Europa ospiti una famiglia, incominciando dalla mia diocesi di Roma.
Mi rivolgo ai miei fratelli Vescovi d’Europa, veri pastori, perché nelle loro diocesi sostengano questo mio appello, ricordando che Misericordia è il secondo nome dell’Amore: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40).
Anche le due parrocchie del Vaticano accoglieranno in questi giorni due famiglie di profughi.
Dall’angelus di Papa Francesco 06.09.2015
Il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve,
“Accoglie e fa suo” l’appello del Papa ad ospitare i migranti, rivolto alle parrocchie, comunità e santuari di Europa e “rilancia”: “Anche le famiglie che abbiano a disposizione immobili sfitti accolgano i rifugiati”.
“Noi vogliamo essere Chiesa solidale – aveva spiegato durante l’omelia per la festa di San Lorenzo, nell’agosto scorso – e vogliamo esprimere secondo le nostre possibilità un’accoglienza generosa e concreta, impegnandoci come Caritas e con l’aiuto delle istituzioni locali, che regolano i flussi dei migranti”.
Non solo quindi un appello rivolto “alle parrocchie, alle congregazioni religiose, ai conventi, ai monasteri, anche di clausura”, ma un invito che viene rinnovato a tutte “le famiglie di buona volontà”.
L’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola
“Il coraggioso appello di Papa Francesco con la consueta concretezza interpella tutti e non rimarrà inascoltato. La Diocesi di Milano è pronta a fare la sua parte dando vita al piano di accoglienza diffusa che abbiamo annunciato mercoledì 2 settembre, un piano che coinvolgerà le parrocchie e sarà gestito dalla Caritas ambrosiana per l’accoglienza di piccoli gruppi, 5 o 6 persone per ogni comunità”.
Di fronte al dramma dei migranti l’arcivescovo ha richiamato anche la politica alle sue responsabilità: “L’Europa con l’ONU costringa gli stati a fare una politica dell’immigrazione che posa considerarsi tale. L’Italia in particolare – ha evidenziato – velocizzi i tempi di risposta alle domande di protezione e vari nuove norme che consentano nel frattempo ai richiedenti asilo di partecipare su base volontaria con il loro lavoro alle necessità delle comunità”.
Bagnasco, vice-presidente del Ccee (Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa) e presidente della Cei (Conferenza Episcopale italiana)
“Ci siamo e siamo grati al Papa di questo appello: la Chiesa europea e italiana è pronta a mobilitarsi per l’accoglienza”.
Il Cardinale esprime “una grande riconoscenza al Santo Padre, che ci precede sempre sulle vie del Vangelo e ci indica le strade migliori per poterlo attuale con fedeltà. Questa indicazione è molto concreta e di una grande efficacia: spero sia un aiuto e uno stimolo per tutti i Paesi dell’Europa”, assicurando che “sicuramente ci sarà una pronta risposta” e che della questione se ne parlerà la prossima settimana, durante la Plenaria dei presidenti delle Conferenze Episcopali europee, a Gerusalemme. “Sarà anche un ulteriore stimolo per un sempre più profondo legame tra le diverse chiese che sono in Europa”, dice.
Significativo, inoltre, secondo il cardinale, che il Papa abbia collegato questo appello all’accoglienza all’Anno della Misericordia.
“È stata anche questa – dichiara all’emittente vaticana – una grande intuizione di Papa Francesco per poter esprimere con un segno visibile – vorrei dire universale, ma diciamo pure continentale – l’Anno della Misericordia.
Sia dall’Europa che a livello più internazionale – aggiunge – mi sembra che ci siano segnali positivi. Lo spettacolo di questa disperazione, che affronta qualunque rischio, non poteva non toccare il cuore e la mente di tutti. In Italia, la gente, le nostre comunità, le amministrazioni cercano di rispondere già da molto tempo e al meglio possibile. Però, se ci sarà questa coralità, questa concertazione a livello europeo, che si è sempre invocata – la abbiamo sempre invocata come vescovi italiani- sarà un aiuto per tutti, a cominciare proprio da questa povera gente”
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