Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel mondo
, Con 0 Commenti, Categoria: Articoli,Ho riproposto come attuale e urgente per il rinnovo della consapevolezza missionaria di tutta la Chiesa oggi, una grande e coraggiosa intuizione del Papa Benedetto XV, contenuta nella sua Lettera apostolica Maximum illud: cioè la necessità di riqualificare evangelicamente la missione della Chiesa nel mondo.
La conversione missionaria delle strutture della Chiesa (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 27) richiede santità personale e creatività spirituale. Dunque non solo di rinnovare il vecchio, ma di permettere che lo Spirito Santo crei il nuovo. Non noi: lo Spirito Santo. Fare spazio allo Spirito Santo, permettere che lo Spirito Santo crei il nuovo, faccia nuove tutte le cose (cfr Sal 104,30; Mt 9,17; 2 Pt 3,13; Ap 21,5). Lui è il protagonista della missione. È Lui, non noi. Non abbiate paura delle novità che vengono dal Signore Crocifisso e Risorto: queste novità sono belle. Abbiate paura delle altre novità: queste non vanno! Quelle che non vengono di là. Siate audaci e coraggiosi nella missione, collaborando con lo Spirito Santo sempre in comunione con la Chiesa di Cristo (cfr Esort. ap. Gaudete et exsultate, 131).
E questa audacia significa andare col coraggio, col fervore dei primi che annunciarono il Vangelo. Il vostro libro abituale di preghiera e di meditazione siano gli Atti degli Apostoli. Andare lì a trovare l’ispirazione. E il protagonista di quel libro è lo Spirito Santo. Abbiamo bisogno di riqualificarci – l’intuizione di Benedetto XV –, di riqualificarci a partire dalla missione di Gesù, riqualificare lo sforzo di raccolta e distribuzione degli aiuti materiali alla luce della missione e della formazione che questa richiede, affinché coscienza, consapevolezza e responsabilità missionaria ritornino a far parte del vissuto ordinario di tutto il santo Popolo fedele di Dio.
“Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel mondo”. Questo è il tema che abbiamo scelto per il Mese Missionario dell’ottobre 2019. Esso sottolinea che l’invio per la missione è una chiamata insita nel Battesimo ed è di tutti i battezzati. Così la missione è invio per la salvezza che opera la conversione dell’inviato e del destinatario: la nostra vita è, in Cristo, una missione! Noi stessi siamo missione perché siamo amore di Dio comunicato, siamo santità di Dio creata a sua immagine. La missione è dunque santificazione nostra e del mondo intero, fin dalla creazione (cfr Ef 1,3-6). La dimensione missionaria del nostro Battesimo si traduce così in testimonianza di santità che dona vita e bellezza al mondo.
Per poter collaborare alla salvezza del mondo, bisogno amarlo (cfr Gv 3,16) ed essere disposti a dare la vita servendo Cristo, unico Salvatore del mondo. Noi non abbiamo un prodotto da vendere – non c’entra qui il proselitismo, non abbiamo un prodotto da vendere –, ma una vita da comunicare: Dio, la sua vita divina, il suo amore misericordioso, la sua santità! Ed è lo Spirito Santo che ci invia, ci accompagna, ci ispira: è Lui l’autore della missione. È Lui che porta avanti la Chiesa, non noi.
Dobbiamo farci questa domanda: lascio che sia Lui il Protagonista o lo ingabbio? Lui, lo Spirito Santo, fa tutto; noi siamo soltanto servi suoi. Maria, quando è andata da Elisabetta, non lo fece come un gesto proprio, come missionaria. È andata come una serva di quel Signore che portava in grembo: di sé stessa non disse nulla, soltanto portò il Figlio e lodò Dio. È vera una cosa: andava di fretta. Lei ci insegna questa fedele fretta, questa spiritualità della fretta. La fretta della fedeltà e dell’adorazione. Non era la protagonista, ma la serva dell’unico protagonista della missione. E questa icona ci aiuti.
(dal Discorso del Papa alle Pontificie Opere Missionarie del 01.06.2018)
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