1. Guardare a tutti non solo ad alcuni, non solo a certi, e credere fermamente che tutti sono chiamati all’unità con Gesù e con Dio e tra di loro.
Non avere preferenze e dire: vado più volentieri con questi che con quelli. Guardare tutti, avere questo cuore largo, avere sempre davanti l’idea della fratellanza universale. Veder già come sarebbe la parrocchia se fossero tutti, altri Gesù.
Quindi gettar via tutte le preferenze che abbiamo e cercare di elevare il nostro modo di vedere a questo sguardo universale.
2. Avvicinarli ad uno ad uno.
Quando? Quando Dio ce li mette accanto o quando noi ci sentiamo spinti di andar vicino a loro (per una visita, una cerimonia,…). Perché il prossimo è proprio quello lì. Talora viene in mente così: il mio prossimo è mia mamma, o il mio prossimo è mio figlio, il mio prossimo è mio marito… Ma che noia…E poi se ne approfitta se io lo amo.
Ma non dobbiamo ragionare così: quel prossimo è Gesù e va amato quel prossimo lì, non bisogna cambiare sempre se Dio non vuole, ma se Dio volesse bisogna anche cambiare. Ma cosa significa amarli?
3. Servirli, mettersi sotto.
Allora se per amare dobbiamo servire, allora noi siamo i servi e gli altri tutti padroni. Questo è il cristianesimo. E qui c’è da convertirci tutti …. allora mio marito o mia moglie è mio padrone, mio fratello è mio padrone, il mio dipendente è mio padrone.. Sì perché tu sei servo di tutti, sei un cristiano.
E quindi sei servo di tutti…Non metterti in testa altro di differente. Ma io devo insegnare, devo governare … sì, ma devi farlo servendo, dal di sotto…Ma io devo correggere, sì ma come un servizio; come la donna di casa porta a tavola il piatto ai signori che stanno facendo una festa, e lo porta lì con umiltà, te lo offre.. così tu devi offrire per esempio una correzione o una lezione o un ammonimento. Il primato che Gesù vuole è quello di essere ultimo, il più piccolo, il servo di tutti.
Ma come si fa a servire bene? Gesù era molto concreto. Non è che diceva aver spirito di servizio. Quando lui parlava di servizio intendeva proprio il servizio concreto, servire a tavola. Quindi non è che bisogna far della poesia su questo servizio, bisogna mettersi a servire concretamente, realmente, veramente. C’è un modo per servire bene…
4. farsi uno con gli altri…
Allora l’altro soffre, fatti uno col suo dolore e non pensare a nient’altro. Ma io vorrei conquistarlo a Dio, sbagli. Questo è un interesse, questo è un amore interessato, non è il vero amore cristiano. Cosa fare allora? Patisci con lui fatti uno con lui. Il mio bambino vuole sempre giocare, gioca con lui; e così poi lo porto a messa, e no! Piano. Tu devi intanto giocare con lui per farle piacere, per essere uno con lui. Se poi tu senti il dovere come mamma di portarlo a messa, tu gli offrirai questa possibilità: vuoi venire con me a Messa? Ma sempre come servizio.
Morire per vivere gli altri, i loro pensieri, le loro preoccupazioni, ma sempre in modo disinteressato. Guai se entra l’ interesse, anche il più piccolo interesse spirituale, non è più amore.
E se facciamo così cosa succede? Lo diceva S. Paolo: farsi debole coi deboli, farsi tutto a tutti per guadagnarne il maggior numero, cioè la conseguenza è guadagnare le anime, conquistarle ma non perché si vuole farlo, perché se si vuole farlo non si arriverà mai.
Ma perché amando si crocifigge noi stessi e quando siamo crocifissi siamo un altro Gesù che dice: quando sarò innalzato da terra attiro tutti a me. Siccome siamo crocifissi è l’Amore puro che vive in noi, quelle anime pian piano si convertono.
È un metodo quasi infallibile. Naturalmente c’ è sempre la libertà umana e anche Gesù ha avuto il suo traditore. Quindi anche per Gesù che vive in noi ci saranno quelli che non vogliono, però è un metodo straordinario, è la conversione del mondo. “Se un numero anche piccolo, anche esiguo di uomini fossero veri servi di Cristo nel fratello, presto il mondo sarebbe di Cristo”. Così si porta Gesù in Parrocchia.
Però cosa succede? Se tu ne conquisti uno perché ad un dato momento crolla di fronte a Gesù, che vive in te; perché il tuo io è morto, è sepolto, naturalmente qualcuno si converte e allora vuol seguire la tua stessa strada. E cosa fa? Anche lui si fa uno e si fa uno anche con te. E siccome si fa uno anche con te, siamo in due a farsi uno, due che muoiono per amore dell’altro, due che si amano proprio come Gesù vuole, fino a morire, e allora ecco che scatta l’unità. L’unità che è questa realtà straordinaria, che non è umana, è soprannaturale; è la presenza di Gesù in mezzo a noi, il Risorto.
(Chiara Lubich)
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