Ero nella disposizione di amare Gesù in chiunque, quando vidi venirmi incontro, leggendo il giornale, un collega dalle idee assai diverse dalle mie. Per evitare discussioni, fui tentato di passare all’altro marciapiede.
E i miei propositi di prima?
Intanto lui ormai mi era davanti. Col dito puntato sul giornale, dove a grossi titoli veniva attaccata la Chiesa, m’investì con violenza. Invece di controbattere – come il solito – mi trattenni. Per lo sforzo però cominciai a sudare. Stavo ormai per cedere, quando il tono dell’altro cominciò ad essere meno aggressivo.
Continuai ad ascoltarlo e lui, contento di potersi aprile con qualcuno, cominciò a parlarmi in modo sempre più confidenziale, di quando – bambino – frequentava la chiesa…
Ero sbalordito: non ritrovavo più l’immagine che mi ero fatta di lui. Forse il suo modo di comportarsi era solo una veste esterna sotto cui nascondeva un sincero amore per Gesù.
Alla sua richiesta di un consiglio, non so cosa risposi: dovette comunque sentirsi capito, voluto bene, perché si commosse e lì, per strada, mi abbracciò.
A.P. – Roma
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