Il suo desiderio è quello di stare con gli uomini. Il verbo venire differenzia la nostra fede dalle altre religioni.
Per noi quel che vale è fargli casa.
Quando e come?
- quando lo ritengo Persona e non idea,
- imparo a parlare con Lui,
- definendo e congegnando insieme la vita.
Perché egli viene per noi, me e te.
È a favore nostro. Non ci porta tutto quello che vorremmo ma sicuramente ciò di cui abbiamo bisogno. Noi del resto spesso non conosciamo i nostri veri bisogni ma esprimiamo solo i nostri desideri.
È bello pensare di avere Dio in qualche modo a disposizione: posso parlare con lui ma con la consapevolezza che Egli è Dio e non un uomo. A noi non tutto è possibile a Lui è possibile l’impossibile. Noi arriviamo fin qui, Egli invece va oltre; noi ci fermiamo al punto terminale sulla terra mentre Lui ha un linguaggio e un esperienza di eternità.
Egli ci garantisce che risorgeremo!
Il Bambino di Betlemme è il segno di qualcosa di molto più grande e che l’umanità stenta a riconoscere. Questa venuta è una decisione sua che parte dall’eternità e non termina più.
Egli sempre verrà!
Anche le tragedie che ci privano talora del necessario non impediscono a lui di amarci, di venire accanto e dirci: tutto può passare, Io resto sempre accanto a voi. Fidatevi di me e affidatevi! Voi siete preziosi ai miei occhi e avete diritto alle mie attenzioni.
Dobbiamo imparare dai pastori ad andare per scoprire questa venuta, anche ora, anche domani, ogni giorno.
Con un’avvertenza, per ogni tempo che si vive: Egli si troverà nelle stalle della storia; nei tuguri puzzolenti delle periferie; là dove nessuno vorrebbe nascere e stare.
Ma anche questa è una scelta sua che dimostra come Dio non sopporti che anche uno solo dei suoi figli viva in situazioni disagevoli. Preferisce abbassarsi Lui che sta bene e condividere le sofferenze. Lancerà un avvertimento per tutti: “Beato è colui che non trova in me motivo di scandalo” (Mt 11, 6). (dip)
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