GIULIA GABRIELI – Ha trasformato i suoi due anni di malattia in un crescendo spirituale
, Con 0 Commenti, Categoria: Articoli,È esattamente quello che è successo a Giulia Gabrieli.
Un bellissimo articolo, uscito sull’Eco di Bergamo all’indomani del decesso, racconta che «Giulia ce l’ha fatta. È vero, non è guarita: è morta la sera del 19 agosto (del 2011, ndr), a casa sua, a Bergamo. Eppure ce l’ha fatta. Ha trasformato i suoi due anni di malattia in un inno alla vita, in un crescendo spirituale».
Nata nel 1997, Giulia è una ragazzina solare, ama lo shopping e i viaggi, ha un talento particolare per la scrittura. A dodici anni scopre di avere un sarcoma al braccio sinistro, che viene immediatamente rimosso.
Poi però, nonostante la chemioterapia, la malattia si ripresenta. Giulia affronta
questo calvario con una forza d’animo straordinaria, trovando il coraggio di
scherzare con i medici («i miei supereroi»), di rassicurare chi le sta intorno («la malattia va sdrammatizzata»), di affidarsi a Dio.
Ma la fede di Giulia non è cieca o ingenua, c’è posto anche per la ribellione, come peraltro è avvenuto anche ai grandi santi:
«Continuavo a dire ai miei genitori: “Ma Dio dov’è?”», scrive nell’autobiografia che ha fatto in tempo a completare (Un gancio in mezzo al cielo, Paoline). «Adesso che sto malissimo, ho addosso di tutto, Dio dov’è?
Lui che può fare grandi miracoli, può alleviare tutti i dolori, perché non me li leva?”».
La svolta arriva a Padova, dove Giulia si trova per delle cure. Entrata nella basilica di sant’ Antonio incontra una signora, mai vista prima, che mette la mano sulla sua e la guarda con immensa dolcezza, senza dire nulla: «Sono entrata arrabbiata, in lacrime, e sono uscita con il sorriso a cinquanta denti, con la gioia di Dio che non mi ha mai abbandonata. Mai».
È quella gioia che fa dire a Giulia, ormai morente: «Nelle nostre preghiere, nelle nostre litanie, chiediamo sempre qualcosa per noi o per gli altri. Mai che ci si limiti a dire grazie, senza chiedere nulla in cambio». E ancora: «lo ora so che la mia storia può finire solo in due modi: o, grazie a un miracolo, con la completa guarigione, che io chiedo al Signore perché ho tanti progetti da realizzare. Oppure incontro al Signore, che è una bellissime cosa. Sono entrambi bei finali. L’importante è che, come dice la beata Chiara Luce, sia fatta la volontà di Dio».
Da rivista credere 26.08.2018