Guardare con occhi nuovi!

Guardare con occhi nuovi!

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Articoli,

La missione, l’essere missionari ci porta a imparare a guardare con occhi nuovi, perché con la missione gli occhi si rinnovano. Imparare a guardare la città, la nostra vita, la nostra famiglia, tutto quello che è attorno a noi.  L’esperienza missionaria ci apre gli occhi e il cuore: imparare a guardare anche con il cuore.

E così, noi smettiamo di essere – permettetemi la parola – turisti della vita, per diventare uomini e donne, giovani che amano con impegno nella vita.  “Turisti della vita”: voi avete visto questi che fanno fotografie di tutto, quando vengono per turismo, e non guardano nulla. Non sanno guardare… e poi guardano le fotografie a casa! Ma una cosa è guardare la realtà, e un’altra è guardare la fotografia. E se la nostra vita è da turista, noi guarderemo soltanto le fotografie o le cose che pensiamo della realtà.

E’ una tentazione, per i giovani, essere turisti. Non dico fare una passeggiata di qua e di là, no, questo è bello! Intendo guardare la vita con occhi da turista, cioè superficialmente, e fare fotografie per guardarle più avanti.  Questo vuol dire che io non tocco la realtà, non guardo le cose che succedono. Non guardo le cose come sono.

Il tempo della missione ci prepara e ci aiuta a essere più sensibili, più attenti e a guardare con attenzione. E a tanta gente che vive con noi, nella vita quotidiana, nei posti dove noi viviamo e che, per non saper guardare, finiamo per ignorare.  Quanta gente di cui possiamo dire: “sì, sì, è quello, è quello”, ma non sappiamo guardare il loro cuore, non sappiamo cosa pensano, cosa sentono, perché mai il cuore si è avvicinato. Forse ho parlato con loro tante volte, ma con superficialità. La missione può insegnarci a guardare con occhi nuovi, ci avvicina al cuore di tante persone, e questa è una cosa bellissima!

E distrugge l’ipocrisia.

Trovare gente grande, adulti ipocriti è brutto, ma è gente grande, che faccia della propria vita quello che vuole, sa quello che fa… Ma trovare un giovane, una giovane che incomincia la vita con un atteggiamento di ipocrisia, questo è suicida. Avete capito? E’ suicida. E’ non lasciare la strada del turista della vita, è passare facendo finta di, e non guardare il cuore della gente per parlare con autenticità, con trasparenza.

Ma quando io vado in missione, non è soltanto la decisione mia. C’è un altro che mi manda.  E’ Gesù stesso che invia, che ti spinge alla missione ed è lì accanto: è proprio Gesù che lavora nel tuo cuore, cambia il tuo sguardo e ti fa guardare la vita con occhi nuovi; non con occhi da turista.

Avete capito? Così si impara che vivere chiusi, anche chiusi nel “turismo”, non serve, non aiuta. Dobbiamo vivere in missione, il che suppone che io ascolti Colui che mi invia, che sempre è Gesù, e vado dalla gente, vado dagli altri a parlare della mia vita, di Gesù e di tante cose ma con una trasformazione della mia personalità che mi fa guardare in un’altra maniera. E anche sentire le cose in un’altra maniera.

Pensiamo – per capire bene questo – quando Gesù andava per la strada, sempre fra la gente; una volta (cfr Mc 5,25-34) Gesù si è fermato e ha detto: “Qualcuno mi ha toccato”.  E i discepoli: “Ma, Maestro, non vedi che tutta la gente è attorno a te? Tutti ti toccano!” – “Qualcuno mi ha toccato”. Gesù non si era abituato al fatto che lo toccassero. No, non era un “turista”: Lui capiva le intenzioni della gente e aveva capito che c’era una persona che lo aveva toccato per essere guarita. E quella donna diceva a sé stessa: “Se io lo tocco, sarò guarita”. Così noi. Dobbiamo conoscere la gente come è, perché abbiamo il cuore aperto e non siamo turisti tra la gente: siamo inviati e missionari.

 

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