Il diaconato è una vocazione specifica, una vocazione familiare che richiama il servizio. È voluto dagli Apostoli, la cui istituzione viene dettagliatamente descritta negli Atti degli Apostoli (6,1-6).
Dunque i primi cristiani ellenisti sono andati dagli apostoli a lamentarsi perché le loro vedove e i loro orfani non erano ben assistiti, e hanno fatto quella riunione, quel “sinodo” tra gli apostoli e i discepoli, e hanno “inventato” i diaconi per servire. E si è capito che, in quel caso, era per assistere le vedove e gli orfani; ma servire.
Questa parola è la chiave. Il servizio come uno dei doni caratteristici del popolo di Dio. Il diacono è – per così dire – il custode del servizio nella Chiesa: il servizio alla Parola, il servizio all’Altare, il servizio ai Poveri.
E la missione del diacono, e il suo contributo consistono in questo: nel ricordare a tutti che la fede, nelle sue diverse espressioni – liturgia comunitaria, preghiera personale, diverse forme di carità – e nei suoi vari stati di vita – laicale, clericale, familiare – possiede un’essenziale dimensione di servizio. Il servizio a Dio e ai fratelli.
I diaconi non sono mezzi preti e mezzi laici – questo sarebbe “funzionalizzare” il diaconato –, ma sono sacramento del servizio a Dio e ai fratelli. Una vocazione che come tutte le vocazioni non è solamente individuale, ma vissuta all’interno della famiglia e con la famiglia; all’interno del Popolo di Dio e con il Popolo di Dio.
In sintesi: Non c’è servizio all’altare, non c’è liturgia che non si apra al servizio dei poveri, e non c’è servizio dei poveri che non conduca alla liturgia; Non c’è vocazione ecclesiale che non sia familiare.
Oggi sembra che tutto debba “servirci”, come se tutto fosse finalizzato all’individuo: la preghiera “mi serve”, la comunità “mi serve”, la carità “mi serve”. Questo è un dato della nostra cultura. I diaconi sono il dono che lo Spirito fa per vedere che la strada giusta va al contrario: nella preghiera servo, nella comunità servo, con la solidarietà servo Dio e il prossimo.
(da una risposta di Papa Francesco a Milano)
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