Mi trovavo per studi all’estero. Una sera, dopo una festa in un centro culturale, mi accingevo a tornare al collegio fuori città con un taxi. In una piazza chiesi a un tassista il costo del viaggio. Mi sembrò una cifra molto alta: così rinunciai e rimasi ad attendere sperando nel passaggio di qualche bus notturno.
Trascorse del tempo, anche per il tassista rimasto ad attendere clienti. Mi ero seduto sul gradino di un grande negozio con la certezza che Dio mi avrebbe aiutato.
Ad un tratto il tassista, forse mosso a pietà, uscì dalla sua auto e mi venne incontro: “Venga, la porterò al collegio gratis”. Nel taxi, dando un’occhiata al tassametro, mi resi conto d’aver capito male il prezzo. Era accessibile alle mie tasche, e glielo dissi. L’altro concluse: “Talvolta non capirsi aiuta a compiere qualche gesto di gentilezza: il viaggio resta gratuito”. Prima di scendere, cercai qualcosa da regalargli: un portachiavi. Il tassista mi ringraziò con un sorriso: quell’oggetto – disse – gli avrebbe ricordato l’importanza di essere attento agli altri.
(T . M. – Repubblica Ceca)
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