Avevo sempre cercato un buon rapporto con mia suocera, persona molto difficile. Mio marito me lo aveva sempre detto e, se il rapporto con la madre era difficile per lui, figurarsi per me. Volevo ignorarla. Non ero in pace però: il Vangelo dice di “amare tutti” e in quel “tutti” è compresa anche la suocera. E allora, una telefonata per sentire come stava, portarla in giro in macchina, invitarla a pranzo una volta la settimana… Un po’ alla volta sono cadute le barriere e sono diventata la sua confidente e accompagnatrice alle visite mediche, dove mi presentava come il suo angelo custode.
A quasi ottant’anni ha cominciato ad interessarsi a una vicina sola che aveva bisogno di compagnia e a preparare regolarmente dolci per la parrocchia. Mi diceva: “Da te ho capito quanto fa bene sentirsi ricordati”. Un giorno mi ha confidato: “Questa lampada mi è molto cara perché me l’ha lasciata mio nonno. È uno dei pochi ricordi di famiglia: quando sarò morta sono contenta che resti a te…”. Ora questa lampada è in casa nostra e ci ricorda che solo l’amore resta. (I.B. – Svizzera)
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