Luoghi della vita dove ci si incontra

Luoghi della vita dove ci si incontra

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Quaresima,

Terra di nessuno

Dov’è che Gesù, passando, vede il cieco nato? Nulla è specificato, anche se la duplice menzione della fonte di Siloe ci fa capire che siamo a Gerusalemme.

Ma è come essere, per certi versi, in una qualsiasi altra città e in qualsiasi luogo anonimo: il terminal di un aeroporto, i corridoi di un centro commerciale, l’atrio di una grande stazione ferroviaria.

Viene da chiedersi se non ci sia una relazione tra l’incapacità di vedere e questa “mancanza di luogo”. Se, in altre parole, non sia proprio la cecità a creare una sorta di “terra di nessuno”, dove non si sa bene come indirizzare i propri passi. Gesù stesso dirà, più avanti, con parole che riecheggiano l’inizio dell’episodio del cieco nato: «Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui» (cf. 11,9-10).

Gesù è luce del mondo nel suo stesso sguardo: «Passando, vide un uomo cieco dalla nascita…» (9,1); un cieco che, forse, faceva parte del “paesaggio”, e che nessuno vedeva più, in questo luogo anonimo. Ma lo sguardo di Gesù non si accontenta della vista d’insieme: cerca il particolare, vuol far uscire dall’anonimato (cf. Mc 5,43), apre lo sguardo sulla storia della persona, perché in essa l’opera di Dio può manifestarsi: e non importa che questo avvenga in un non-luogo riempito di chiacchiere confuse.

La Parola, che sembra soffocata dalle molte discussioni – Gesù parla pochissimo, in questo episodio: solo nei primi versetti, e poi nelle battute finali col cieco e con i farisei – trova il modo di riemergere, aprendo alla luce e indicando al contempo gli angoli bui.

Forse è destino del nostro tempo che il chiacchiericcio appaia così confusamente inestricabile e dispersivo, che le zone d’ombra e quelle di luce non siano sempre così distinte come vorremmo.

L’importante sarebbe non perdere l’appuntamento con la domanda decisiva: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». La quaresima ci è data anche per ritrovare il filo conduttore di questa domanda e poter dire anche noi nella notte di Pasqua, lo sguardo illuminato dalla fede: «Credo, Signore!» (cf. Gv 9,36-38).

(da Settimana n.9/2 marzo 2014)

 

 

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