La mia esperienza è iniziata due anni fa. Anche a distanza di tempo, ne ricordo chiaramente le circostanze. Era la Messa di mercoledì delle Ceneri delle ore 16. La nostra chiesa era colma di genitori e figli e io ero lì “liberamente costretta” per accompagnare mia figlia che all’epoca frequentava la prima media. Nella sua omelia il sacerdote suggeriva ai fedeli vari modi per vivere meglio il tempo quaresimale. Ed io, con una ferma risoluzione che tuttora mi stupisce, ho accolto una di quelle proposte: la santa Messa nei giorni feriali. Ricordo di aver vissuto intensamente quella quaresima ma quando è arrivata la Pasqua, quell’appuntamento quotidiano con il Signore mi era diventato così caro, desiderato e atteso che mi sono ritrovata a rinviare di settimana in settimana la sua scadenza.
Eccomi quindi dopo due anni a fare i conti con una specie di “dipendenza”, una dipendenza da Dio. Perché ho scoperto di essere, spiritualmente parlando, simile a quelle batterie da cellulare un po’ debolucce, che non tengono a lungo la carica e che hanno bisogno di essere ricaricate molto spesso. Oppure a quelle piante che necessitano di annaffiature quotidiane per mantenersi rigogliose. Ogni giorno la santa Messa mi ricarica, mi rinvigorisce. Il Signore mi rigenera con la Sua misericordia e il Suo perdono, mi nutre e mi fortifica con l’Eucarestia, mi istruisce e mi guida con la sua parola. La Messa è come una quotidiana “iniezione” di Dio.
Soprattutto si è rivelata per me, invece che l’ennesimo impegno da fare incastrare nel puzzle fra tanti altri doveri e compiti, quello che dà senso, direzione e pienezza a tutte le altre attività. Non si tratta quindi di inserire un’esperienza di fede nell’itinerario della vita quotidiana ma piuttosto di vivere la vita quotidiana come esperienza di fede. Detto in altre parole, frequentare la Messa feriale non mi ha permesso di conciliare fede e vita ma di scoprire invece che sono due realtà inseparabili e che ogni tentativo di viverle disgiunte finisce per snaturare entrambe.
Perché la fede non è un adempimento di precetti né una pratica religiosa. È il rapporto con Dio che scaturisce dai sacramenti e dalla preghiera ed è dimensione costitutiva di ogni cristiano, parte integrante della sua identità.
Ringrazio quindi il Signore per il dono di questo incontro quotidiano con Lui che mi sta aiutando a crescere nella fede e che fortunatamente, nel nostro paese, non mi espone a nessun rischio tranne forse quello di essere derisa. Non me la sento di dire che continuerò a frequentare la s. Messa ogni giorno per tutta la vita. Ma il “per sempre” è fatto di tanti ‘oggi” e mi basta decidere giorno per giorno con la certezza che il Signore, in ogni caso, mi ama e mi attende. (N.N. – Verona)