A Budapest per studi, abito in un piccolo appartamento messomi a disposizioni da una famiglia. Viene un giorno a pranzo un amico e quando finiamo di mangiare, lui lava i piatti e mette ad asciugare le posate a testa in giù, diversamente da come faccio io che le metto a testa in su. Glielo dico spiegando le mie ragioni, e lui le sue.
Mi rendo conto che se non imparo a perdere le mie abitudini, finirà che invecchierò pieno di ragioni mie. Da quel momento le posate le metto ad asciugare con la testa in giù.
Mi capita tra le mani una frase di Teresa di Lisieux alla sorella Celine: “Prima di morire troncate dalla spada, facciamoci uccidere a colpi di spillo”. E colpi di spillo possono essere un punto di vista che non collima con il mio, uno sgarbo ricevuto, una delusione, il modo di fare di un impiegato più robot che persona, un collega che mi fa uno sgambetto …
Un giorno sono a cena dalla famiglia del mio amico. Non mi permettono di lavare i piatti, ma con sorpresa vedo che mettono ad asciugare le posate a testa in su. Ridiamo insieme quando dico loro che io ho cambiato modo… anche loro lo hanno fatto per me. Tutte le volte che riesco a “perdere la mia vita”, sperimento una tale gioia, una tale libertà che mi rende più facile amare gli altri.
(T.M.)
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