Posso dire che in questi cinquantanni ogni volta che sono giunto all’altare, ho avuto la certezza – certamente per grazia di Dio! – che era sempre la prima volta, celebravo la mia prima e unica messa della mia vita.
Per questo non sono riuscito a renderla più breve per comodo e nemmeno a pronunciare le parole senza pensare a quello che stavo dicendo se non nel caso in cui la mente va altrove o la disattenzione fa presa; ma allora mi potevo affidare a Colui che mi aveva scelto e che sarebbe stato lì presente non solo in funzione delle parole da me pronunciate bensì delle parole da Lui stesso pronunciate attraverso di me.
La messa è stata sempre una realtà grande che pian piano ha spostato l’asse della mia vita. Prima pensavo che fossi io ad andare, a fare, a ricevere e poi ho compreso che era Lui a venire, a fare e a ricevermi nella sua vita.
Finché un giorno, arrivato alle parole: “per Cristo, con Cristo, in Cristo” … che segnavano l’offerta di Gesù, mi sono sbrigato a dirgli: guarda, Gesù, che mentre un giorno fosti solo a donarti ora devi sapere che ci sono anch’io a consegnare la mia vita per viverla insieme con te e mosso da te. Non sono più il padrone io ma Tu che te ne puoi servire come vuoi!
La messa è allora diventata un’assimilazione a Colui che ne è sempre il celebrante principale che io non ho voluto mai scalzare.
E quando sono entrato nelle parrocchie – compresa questa – così gli ho sempre detto:
“Gesù Eucaristia metti nel nostro cuore e nella nostra mente la certezza che sei tu il Fondatore di questa parrocchia e il pastore unico, perché sei tu che vieni per fare di ognuno, un altro Te, e fare di tutti una realtà sola.
Ti ringrazio perché capisco che devo solo aiutare Te e Ti chiedo di darmi luce e forza per farlo meglio possibile.
Grazie!”
(don Idilio)
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