Con mio marito avevamo deciso di fare le vacanze in campeggio, cercando di riposare d’amore e d’accordo. Appena arrivati, nell’organizzare la nostra piazzola, la stanchezza accumulata negli ultimi tempi è esplosa in una forte litigata; non ricordo neppure il motivo. Subito dopo, però, seduti attorno al fuoco facciamo pace e ci promettiamo aiuto.
Intanto arriva accanto un signore con due bimbe. È in serie difficoltà nel montare la tenda. Lo aiutiamo. Nasce un rapporto amicale con lui. Gli offriamo sedie, bicchieri, posate, asciugamani, ma soprattutto compagnia. Era sempre solo.
Un giorno, mentre le sue figlie giocavano lì vicino, ci confidò di essersi separato da poco. Era triste e ogni occasione era buona per coinvolgerlo: un caffè, un giornale, una cena… Anche le bambine, nonostante giocassero con nostro figlio e altri piccoli, ogni tanto venivano colte dalla malinconia per la mancanza della mamma. Spesso mi abbracciavano, cercando un po’ d’affetto.
Un sera mio marito gli ha proposto di leggere un articolo della rivista “Città Nuova” che parlava delle coppie in crisi. La mattina dopo lui ha detto che l’aveva letto e molto meditato sugli errori commessi e su una possibilità di ricominciare. Ancora oggi ci telefona per salutarci e ringraziarci del bene che gli abbiamo voluto nel momento più brutto della sua vita.
(B. A., Italia)
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