Quando la terra si trova di fronte il cielo non può che specchiarsi e vedere sintonia o differenza; e quindi o si stupisce e va avanti oppure si spaventa, si copre e reagisce respingendo.
Ora, in un mondo che prova a respingere, a mettere nell’angolo, a far in modo che non si possa influire e si diventi come innocuo, ci vuole lo Spirito Santo che muove alla maniera giusta e insegna a
- “perseverare”, andare oltre le prove, pur sopportate e vissute con fede, e
- “perdonare”, che è la liberatoria per poter camminare spediti, imprimendo alla vita un’accelerazione che è la santità;
“Il perdono non riporta indietro il tempo, né cancella atti e parole. Ma ha la forza di farci rinascere, di risuscitarci a vita nuova, di raccogliere e accogliere il corpo ferito e farne un corpo nuovo e diverso, dove le stigmate diventano volto raggiante di luce. La terra vive perché ogni mattina ci sono persone che perdonano…..
Esiste un profondo rapporto tra comunità e perdono. Non si dà comunità senza perdono, ed è il perdono il grande generatore e rigeneratore delle comunità. Cum – munus (dono reciproco) e per-dono. Le relazioni sociali che non hanno bisogno di perdono sono quelle funzionali, burocratiche, anonime, contrattuali, dove non essendoci incontri im-mediati non c’è bisogno del perdono, che diventa solo una parola stonata e straniera”.
Il perdono è il vero sigillo di autenticità della vita cristiana.