Caro confratello,
insieme al delegato della nostra diocesi – il diacono Giovanni Lolli – a febbraio ho preso parte al convegno nazionale degli incaricati per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica. È un tema che non scalda il cuore, che anzi ci trova spesso latitanti: parliamo poco di 8xmille in parrocchia, come stentiamo a far conoscere alla gente la possibilità di fare offerte deducibili con cui sostenere il clero. Ci frena una sorta di pudore, quasi a prendere le distanze da una modalità che potrebbe far pensare che chiediamo semplicemente per noi stessi.
Come cercare di superare questa ritrosia, che ci schiaccia su un atteggiamento più difensivo che propositivo quando nella Chiesa affrontiamo questioni legate al denaro?
Un primo passo sta nel far conoscere la verità delle cose, i criteri e le finalità con cui vengono impiegate le risorse di cui disponiamo. La trasparenza e il rendere conto pagano sempre: tanto nella gestione dei beni – dove anche nelle nostre parrocchie riveste un ruolo centrale il Consiglio per gli affari economici – come nel far sapere quando un’opera è stata realizzata anche grazie ai fondi, che ci vengono destinati dalla fiducia dei cittadini. All’interno di questo orizzonte, è importante informare anche sul fatto che la disponibilità piena del servizio del sacerdote oggi è assicurata dal sistema dell’8xmille. Possiamo farlo con grande serenità: nel visitare tanti sacerdoti rimango colpito per la testimonianza di sobrietà e di distacco dai beni che parla nel loro stile di vita.
Gli esempi virtuosi non ci mancano pure su altri fronti: quello della carità – le mense, gli empori, i posti letto per senza fissa dimora, il sostegno crescente per le utenze, l’affitto, le spese sanitarie, i progetti di sviluppo nei Paesi impoveriti – come quello degli interventi sulle nostre chiese, sugli oratori, sui luoghi educativi… raccontano il volto di una comunità cristiana che ogni giorno offre indistintamente a tutti la sua vicinanza solidale.
Nella misura in cui, anche in ambito economico, sappiamo presentare le cose in maniera semplice e pulita guadagneremo in credibilità, in fiducia e quindi in condivisione. La nostra gente, quando è coinvolta, si rivela generosa nel rispondere alle necessità che si presentano.
Questa consapevolezza ci aiuti, da una parte, a dar risalto alle iniziative di promozione portate avanti dai responsabili parrocchiali e di zona del Sovvenire; dall’altra, a iniziare a confrontarci nei nostri organismi di partecipazione per mettere a punto anche nuove fonti di sostentamento per la missione della Chiesa. A livello nazionale, il Servizio per il Sovvenire ha predisposto due campagne, rispettivamente per la promozione della firma (“Una Firma per unire”) e per la promozione delle offerte liberali (“Uniti nel dono”).
Già lo scorso anno alcune nostre Unità parrocchiali e Parrocchie vi hanno aderito; la strada rimane aperta anche per altre…
Un cordiale saluto a ciascuno,
don Ivan, Vescovo
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