Quando conobbi dei giovani del Movimento dei Focolari, con loro cominciai a sperare in una società diversa, con rapporti nuovi. Nell’entusiasmo degli inizi fui scossa però da un pensiero: sarebbe stata un’ipocrisia impegnarmi in questo progetto quando nella mia famiglia, da anni, non rivolgevo una parola a mio padre.
Tuttavia, per Natale e per il suo compleanno, avevo sempre continuato a fargli un regalo che lui accettava senza dire una parola.
Ma stavolta, nel giorno del suo compleanno, decisi di non scegliere la strada più facile, comprandogli semplicemente qualcosa.
La sera, quando tornai dal lavoro, lo trovai in giardino. Facendo uno degli sforzi più grossi della mia vita, mi rivolsi a lui. Era come se un’altra persona gli stesse parlando, io stessa non mi riconoscevo:
“Immagino che hai notato che questa volta non ti ho comprato un regalo – dissi -. Ecco, vorrei essere io stessa un regalo per te. Vorrei che diventassimo di nuovo amici. Se vuoi, questa sera possiamo uscire insieme”.
Papà rimase senza parole. Fu l’inizio di qualcosa di nuovo tra noi.
(Geraldine, Irlanda)
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